12a tappa a Uran, ma l’ordine d’arrivo alcolico incorona Bandiera

Uran prima maglia rosa colombaiana al Giro

Uran ha vinto, lo sanno tutti. Bravo, anzi quasi eccezionale, dato che tutto si poteva dire ma non che il colombiano fosse un cronomen. Vabbè che il percorso era un po’ strano, che c’era qualche salita, che era una curva continua, che non c’erano veri specialistoni alla Cancellara o alla Martin. Però sfido chiunque a dire:”Io credevo nella super prova di Uran”.

Poldo: “Io credevo nella super prova di Uran”.

Io: “Cazzate”.

Poldo: “No è vero. Vero Ugo?”.

Ugo conferma con un cenno del capo. Al toro Ugo devo credere, è sempre molto sincero.

Io: “E come facevi a saperlo?”.

Poldo: “Uran è astemio”.

Poldo ha ragione. Capisco. A saperlo avrei creduto anch’io nella grande prova di Uran. Peccato. Ciò che non mi ha stupito invece è stata la grande prova del capitano della SebastianVettel Pro Cycling, Domenico Pozzovivo. Prima della partenza infatti, con la scusa di confortarlo e incitarlo a fare bene sono andato da lui, gli ho dato una pacca sulla schiena e gli appiccicato l’immagine di Carlo Conti. Poi ho tolto gli occhiali al toro Ugo e gli ho indicato l’immagine del presentatore televisivo sulla schiena del Pozzo. Quando Domenico ha capito di essere seguito da un Ugo furente ha iniziato a piottare come un ossesso. Si è piazzato novo, che per un uomo di 15 chili è un risultato eccezionale. Gli ho fatto i complimenti a fine corsa. Lui mi ha chiesto perché Ugo lo volesse incornare, gli ho spiegato lo scherzetto. All’inizio ci è rimasto male, poi ha capito ed è andato a scusarsi con il toro Ugo per tutti gli improperi che gli ha urlato, soprattutto per i “tua madre quella vacca”, per le quali, tra le altre cose, non si era offeso.

Prima del via ho preso da parte i miei uomini facendo vedere la ricognizione della tappa di Guido Foddis, il mio cantante preferito, e Alan Marangoni, fido lanciavolate degli uomini jet.

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Hanno tutti capito bene come evitare gli alcoltest della municipale, che come tutti sanno cercano di arrotondare le finanze comunali alle spalle dell’organizzazione del Giro.

Grazie anche a questi suggerimenti i miei hanno fatto un figurone. Il migliore è stato, come mi aspettavo, è stato Marco Bandiera di Castelfranco Veneto, giunto all’arrivo 126° con 2,9 g/l di tasso alcolemico. Fantastico. Bravissimo anche il sempre sorprendente Nacer Bouhanni, ultimo al traguardo a pari merito con me con 2,5 g/l. Bene anche Colbrelli, 111°, e Luca Paolini, 133°, ma con 2,6 g/l. Grossa delusione invece per Pellizotti. 41° con solo 1,5 g/l.

Da buon friulano invece devo fare i complimenti a Enrico Gasparotto: 2,8 g/l di alcol in corpo. Adorabile. Gli faccio firmare immediatamente il contratto. E’ molto felice. Brindiamo con un grappino digestivo.
In chiusura una nota di cronaca. Il buon Bandiera è vincitore di questa particolarissima classifica, ma il vero trionfatore morale è Tobias Ludvigsson: imbriago marzo è uscito di strada e ha salutato il Giro, ma con un tasso alcolico di 3,1 g/l. MITO VERO.

P.S. Devo riconoscerlo: anche Evans mi ha stupito. Con 1,6 g/l si è piazzato terzo. Vero combattente.

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