10a tappa a Bouhanni, ovvero Grillo, Frankie Hi-nrg e la guardalinee sexy al Giro d’Italia

10a tappa Giro Italia, Bouhanni vince

Stamattina è arrivata una mail a tutte le squadre dalla direzione corsa. Dopo un lungo preambolo che non vi sto a riportare, diceva questo: “Basta fotofinish allo sprint, l’ordine d’arrivo verrà deciso ad occhio”. Polemiche a non finire. La direzione ha allora diffuso il video del nuovo giudice di linea: si chiama Fernanda Colombo Uliana, è brasiliana e “si vede lontano un miglio che è bravissima”, si legge nella nota.

Nessuno ha più protestato, tutti a favore della decisione dei commissari.

Polemiche a parte, torniamo alla corsa. La tappa di oggi è tutta in pianura, da Modena a Salsomaggiore Terme. 184 chilometri che andranno via facili facili: impossibili saranno dunque le imboscate sia per quanto riguarda la maglia rosa, traguardo che non mi interessa, sia per quanto riguarda la maglia nera, mia vera ambizione per questo Giro d’Italia. Ciò vuol dire che mi riposerò e penserò ad altro.

Frankie Hi-nrgAl ritrovo di partenza vedo il mio rivale prussiano vestito come un emiro in onore dei nuovi padroni del Giro. Paraculo (nota dell’autore). Inforca la bici per avvicinarsi ai suoi rivali ma la tunica gli si infila tra i raggi e cade come un pero tra gli scherni e le risa dei girini. Devo ammetterlo. Mi sono molto divertito: vedere qualcuno cadere è sempre fonte di risa, lo sanno tutti.
Fischietto una vecchia sigla del Giro d’Italia. Mi chiama Frankie Hi-nrg, mi dice che non va bene, che lui ha l’esclusiva su tutto il fischiettare al Giro d’Italia e che quindi posso solo fischiettare “Pedala”, la sua canzone sigla di questa edizione. Mi è sempre piaciuto Frankie Hi-nrg ma questo è inaccettabile. Nemmeno più la libertà di fischiettare quello che si vuole! Mi chiama Beppe Grillo. Urla come un forsennato accusando Frankie di essere della Ka$ta e propone un processo in streaming in quanto il rapper torinese è in una posizione di monopolio effettivo e assoluto. Si scatena una caccia all’uomo. Un’orda di grillini invade le strade e cerca il musicista che si guarda attorno non sapendo bene cosa fare: poraccio. Recupero una tunica da emiro e lo nascondo. Mi ringrazia e mi concede di fischiettare ciò che voglio, ma è meglio se fischietto la sua perché la considera molto bella, forse tra le più belle che ha mai scritto. Per darsi un tono mi fa vedere un migliaio di email che asseriscono questo. Non giudico, fatelo voi.


Dopo un’ora di caccia all’uomo, tutto si placa in quanto i grillini sono tornati davanti al computer per votare le modifiche alla nuova legge per la commercializzazione delle caramelle gommose. Due le novità: vietate quelle a forma di animali, in quanto forma di discriminazione nei confronti dei vegetariani, e quelle azzurre, almeno in campagna elettorale, perché evidente pubblicità occulta per il partito di Berlusconi.

La tappa inizia. In fuga vanno Marco Bandiera e Andrea Fedi, bravissimi come sempre a tentare l’impresa impossibile: quando uno di loro due va in avanscoperta avviene una cosa strana, le quote Snai che riguardano il buon esito della fuga esplodono e raggiungono sempre cifre a quaranta zeri. Mi piacciono, scatto e li raggiungo e li ingaggio entrambi senza pensarci minimamente. Firmano. Mi chiama Vettel. “Pazzesco!”. Non capisco, chiedo spiegazioni. “Pazzesco!”, ripete, “la mia vittoria al Mondiale ora è quotata a 400mila. Ho puntato su di me un euro”. Gli chiedo perché solo uno. “Perché la squadra che stai creando mi sta costando troppo e poi perché sarà impossibile vincere quest’anno: la Mercedes ha inserito nel motore Lance Armstrong”. Gli do ragione.

I due provano a dare tutto, il vantaggio oscilla, le squadre dei velocisti controllano, ma in gruppo si hanno informazioni discordanti. La sovrimpressione della Rai dice una cosa, Radio Corsa ne dice un’altra. Ballano circa una trentina di secondi. Chiamo un mio amico che lavora per Radio Corsa e mi dice che dopo i casini successi al via, la sede è stata occupata dalla Questura e che quindi i distacchi li danno in base ai loro dati. Sconcerto in gruppo.

La fuga viene ripresa ai meno 7 quando il Team Sky inizia a menare duro sul dentello che precede l’arrivo per far stancare i velocisti e permettere così a Wiggins di vincere la tappa. Mi stacco subito in solidarietà ai miei nuovi uomini, Fedi e Bandiera. Dopo aver scollinato, la Sky si guarda attorno e, ricordandosi che Wiggins non corre al Giro, rallenta. Nicolas Roche prova a fare uno scattino per vedere l’effetto che fa mettere le ruote davanti a tutto, ma non appena si è inebriato dell’odore del primato e dopo aver sentito la risposta del pubblico al suo “vinco io?”, “no, tu no”, rientra in gruppo perché non gli va di faticare troppo. Questo ragazzo mi piace. Peccato si sia già accasato in Uzbekistan per protestare contro le indagini del giornale “The fact” sulla sua famiglia.

Alla fine della discesa il gruppo è allungatissimo, si spezza e poi si riunisce nemmeno si credesse di essere Buffon e Alena Seredova. Comunque all’ultimo chilometro sono tutti uniti. I miei uomini sono tutti per Nacer Bouhanni, compatti e determinati per fare vincere il fenomenale sprinter francese. 600 dall’arrivo, Farrar va a terra e prova a far cadere i miei: lo sanno tutti che è stipendiato dal prussiano per boicottare i miei pupilli: ci riesce con Sonny Colbrelli, non con il francese, che incazzato nero, sprinta con tutta la rabbia che ha in corpo per la caduta occorsa all’amico, rimonta Nizzolo e annulla il ritorno dell’ex maglia rosa Michael Matthews. Vince. Straordinario. Bravissimo. Eroe. Evviva la Marsigliese, evviva Nacer.

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