9a tappa a Weening, arriva la prima fuga, w la fuga. Pozzato salva il Giro

Proteste donne Pozzato

Salita ieri, salita oggi; sole ieri, sole oggi. È tutto un altro Giro per fortuna. I miei corridori però sono amareggiati. Dopo il terzetto di fenomeni arrivati ieri alla SebastianVettel Pro Cycling, Chicchi, Finetto e Scarponi, oggi proprio Francesco Chicchi, detto il fenomenale Chicchi si è ritirato: dopo il tuffo incredibile di ieri ha deciso di allenarsi intensivamente alla piattaforma per partecipare ai campionati italiani. Peccato.

9a tappa GiroIn squadra rimangono, in ordine alfabetico: Fabio Aru, Manuel Belletti, Nacer Bouhanni, Sonny Colbrelli, Mauro Finetto, Marco Frapporti, Alan Marangoni, Domenico Pozzovivo, Michele Scarponi, Svein Tuft. Francesco Chicchi allenamenti a parte rimarrà in ammiraglia con Poldo e il toro spagnolo. Ottima scelta.

Alla partenza il Giro rischia di non partire. Un’orda di donne inferocite protesta con veemenza per l’assenza in gruppo del bel Pippo Pozzato. Credono che il Giro l’abbia fatto fuori. Chiamo Pippo. Gli chiedo di intervenire, di cercare di placare le proteste, mi dice che è in Giappone per cercare di esportare la bellezza italiana nel paese del sol levante e per cercare di capire perché laggiù hanno tutti gli occhi a mandorla. È dispiaciuto di non vedere molti mandorli. Poi manda un tweet.

Pippo Pozzato in versione sexy

Pippo Pozzato in versione sexy

Vado a parlare con la capa delle insorte, faccio vedere subito il tweet. Si rassicurano e lasciano partire la corsa. Il problema è che abbiamo già un bel ritardo. A Cotignola il gruppo viene ancora bloccato. Non ci sono proteste questa volta, ma una gran festa per l’arrivo del figliol prodigo Alan Marangoni, mio fidato gregario, nonché irreprensibile e incredibile presentatore di tappe. C’è la banda, uno spettacolo pirotecnico bellissimo se solo si potessero ammirare i colori dei fuochi artificiali, e anche Gianni Cuperlo che ammatte: “Alan è per il ciclismo quello che è stato Gramsci per noi Progressisti”. Concordo. C’è anche Moira Orfei con il suo circo, Raul Casadei con la sua orchestra e Carlo Conti finito lì per caso per l’inaugurazione di un solarium. Mi sono commosso. Anche il toro ha iniziato a piangere, poi con Poldo hanno improvvisato una polka in onore del nostro mito. Abbiamo accumulato oltre un’ora di ritardo per tutto questo. La corsa quindi è andata avanti a spron battuto per non rinunciare al banchetto offerto dalla pro loco di Sestola che si concluderà però entro le 17:30 per disposizioni del sindaco che non vuole perdersi il finale scoppiettante di Domenica In. In fuga sono in 14: Julien Berard (Ag2r La Mondiale), Enrico Barbin (Bardiani CSF), Marco Bandiera (Androni Venezuela), Jackson Rodriguez (Androni Venezuela), David Tanner (Team Belkin), Oscar Gatto (Cannondale), Leonardo Duque (Colombia), Matteo Bono (Lampre Merida), Jonathan Monsalve (Neri Sottoli), Tosh Van der Sande (Lotto Belisol), Salvatore Puccio (Team Sky), Eduard Vorganov (Team Katusha), Pieter Weening (Orica GreenEdge), Davide Malacarne (Team Europcar). Michael Matthews per fare colpo su di me e meritarsi un contratto con la SebastianVettel si stira per terra con un buon tuffo. Lo avvicino e gli dico che non va bene, che Chicchi è più bravo di lui e che soprattutto non si è mai macchiato di una maglia rosa. Lui china il capo e quasi inizia a piangere. Mi dispiace, ma dopo quello che ha fatto al fidato Svein Tuft nessuna pietà è concessa. Il prussiano pedala davanti e parla fisso con Quintana. Uno però parla solo tedesco e un pessimo italiano, l’altro solo spagnolo. Vedo che gli passa un foglio, ma lo scalatore colombiano pensando fosse uno dei Lautari, gli dice no grazie e se ne va fischiettando. Il prussiano torna indietro e mi guarda biecamente. Passiamo per Crespellano, capitale mondiale delle crespelle. Mi fermo e me ne mangio un paio. Il prussiano non mi perde di vista e mi succhia la ruota. Rientro in gruppo all’inizio della prima salita, il Sant’Antonio. Scolliniamo e in discesa la Bmc inizia a pestare duro. Evans vuole prendersi il posto migliore per assistere all’inaugurazione della stele in ricordo di Meo Venturelli. Decido di non permetterglielo e mi getto a tutta in discesa. Vado talmente forte che supero tutti e arrivo prima di tutti a Pavullo nel Frignano. Decido di aspettare tutti al bar nel paese nel quale Meo era solito andare a bere. Divento in pochi minuti il preferito di tutti e iniziamo a cantare tutti assieme canzoni licenziose inaffiate di ottimo Lambrusco. Dopo aver concluso tutte le filastrocche delle osterie mi rimetto in corsa. Davanti ora c’è la Europcar, la squadra di Malacarne che è in fuga al comando con Peter Weening. Scatto e li raggiungo, gli dico cosa sta succedendo dietro. Si infuria e decide di firmare subito per la Sebastian Vettle Pro Cycling. Grande acquisto per me. Il prussiano twitta di aver trovato l’accordo con Weening. Lo cerco con lo sguardo ma non lo trovo. Potrebbe essere ovunque. Lungo la salita di Sestola è tutto un grido: “Bono, Bono, Bono”. Mi accorgo solo dopo 5 chilometri che questi non sono riferiti a me ma al corridore della Lampre. Il dispiacere mi fa andare in crisi. Perdo 20 minuti in un chilometro. Mi passano tutti, ma non vedo il prussiano. Si è sicuramente imboscato per andarsi a prendere la maglia nera. Sono talmente amareggiato che non so cosa sia successo. Per fortuna Poldo prende in mano la situazione e dopo aver sbirciato tutti i miei contatti ha iniziato a fare una cronaca twitter di quanto è successo. Bravo e tecnologico.

Scopro che Barbin lascia i suoi compagni di avventura ma Poldo non se ne accorge. Il toro Ugo infatti si imbizzarrisce dopo aver visto una bellissima mucca. Poldo si ferma, scende di macchina e lascia uscire il nostro amico. Mentre Ugo si approccia con la vacca, Poldo approccia la signorina che gestisce la fattoria, che dicono sia vacca anch’ella. Non twitta più.

Mi riprendo non appena Pozzovivo scatta ai 4.5 km dall’arrivo, in un chilometro riprende Barbin, riaccelera, prova a fare in numero della vita, ma i due davanti hanno un vantaggio troppo grande e trovano anche il tempo di farsi una seduta intensiva di surplace per vedere chi era il più bravo. Malacarne vince per l’estetica e per l’espressione facciale, Weening si prende la tappa. Pozzovivo recupera oltre 20” alla maglia rosa. Ottimo. Sicuramente lavoreremo per lui.

Con dispiacere scopro che il prussiano mi ha superato nella classifica della maglia nera. Non so dove si sia nascosto, ma è stato scaltro. Me la riprenderò, lo prometto.

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