7a tappa a Bouhanni, Bobo Vieri conquista tutte le modelle del Giro

Nacer Bouhanni vince a Foligno

Data la maxi-caduta di ieri che ha decimato il gruppo, la Giuria mi haconcesso di ripartire. Ha motivato così la decisione: “Nonostante il mancato superamento del traguardo del ciclista Girodiruota nella tappa di ieri, il Giro d’Italia lo riammette in corsa attribuendogli il tempo dell’ultimo corridore che ha tagliato il traguardo poiché le cause che lo hanno fermato sono da considerarsi extraciclistiche”. La festa paesana improvvisata infatti nella Costituzione italiana viene prima del Giro ed è seconda per importanza solamente alla festa della Repubblica e a quelle organizzate da Melita Toniolo.

7a tappaMolto bene” ha commentato Matteo Renzi, che ho scoperto essere un mio grande fan, tanto da intitolare il nuovo teatro dell’opera di Firenze “Girodiruota”.

Al ritrovo di partenza scopro che il mio rivale prussiano (N.d.a ricordo ai lettori poco attenti che si tratta del giornalista tedesco discendente di Otto Von Bismark che mi ha giurato vendetta dopo l’intervista esclusiva che Kittel ha concesso a me e non a lui) è riuscito a trovare uno sponsor: Angela Merkel ed ha già ingaggiato diversi corridori. Ha provato a ferrami pure Bouhanni, ma dato che è un pavido e sapeva benissimo della passione per la boxe del francese ha mandato un suo delegato, il cugino scemo di Rocky Balboa: ko alla seconda ripresa per lui e gran vittoria per il fido Nacer.
Bouhanni mi si è avvicinato. “Dobbiamo eliminare dalla corsa il teutonico”. Mi ha reso partecipe di alcune sue idee. Abbiamo chiamato lo scaltro Sonny Colbrelli che ha sposato in pieno le nostre idee. Aspetteremo le Alpi per tendergli un’imboscata. Fonti del buon Sonny infatti gli hanno riferito che la Ingrid, l’enorme madre del prussiano, è solita passare le vacanze sullo Stelvio dove ricopre il ruolo di appianatrice di piste. E’ una donna molto protettiva e la sola idea che il figlio possa rischiare di prendersi un raffreddore in bicicletta la manda in apprensione. Sino ad allora a guardarmi le spalle da lontano Bouhanni ha chiamato i suoi amici della Legione Straniera. Mi sento fortunato ad aver trovato compagni così premurosi e con conoscenze tanto raffinate.

La tappa parte. Tutti in gruppo. A bordo strada tutta la gente tifa la SebastianVettel Pro Cycling. Tutti gridano il nome di Alan Marangoni. Mi chiedo perché. Manuel Belletti mi dice che da inizio Giro tiene una rubrica video con Guido Foddis, che è il mio cantante preferito, e che orma è diventato un mito. Mi dà le prove.


Ci sono addirittura donne bellissime che gettano al grande Alan numeri di telefono e reggiseni. Mi complimento con lui.
Belletti è un ragazzo attento e sul pezzo. Lo ingaggio subito per la mia futura squadra. E’ estasiato e mi dice che per lui sarà un onore correre per me e riabbracciare un ex compagno di squadra come Domenico Pozzovivo.

Il gruppo mormora, è arrabbiato per la caduta di ieri e alcuni sono incazzati con Cadel Evans per non aver aspettato tutti. I corridori parlano, si scambiano opinioni e considerazioni. Tutti meno 5 che dopo 10 minuti di discussioni se ne vanno per non sentire: Boem, l’australiano Haas, i colombiani Chalapud e Anacona, il tedesco Thurau. Il gruppo continua a parlare e questi prendono un vantaggio di oltre 10 minuti. Il mio rivale ricercando lo scoop mi lascia perdere e si perde nell’appuntare ogni cosa.

A metà tappa mi chiama Poldo. Mi dice che mi avrebbe raggiunto direttamente all’arrivo perché aveva perso una scommessa con un suo amico sulla storia Buffon-D’Amico e quindi doveva partecipare a una corrida per espiare il malcostume delle corna.

Quando il gruppo finisce di discutere si accorgono che i 5 là davanti hanno preso già un bel vantaggio. Quindi si mettono a tirare come dei dannati. Mi faccio superare da tutti quelli del gruppo, dopo quello che è successo ieri è meglio stare dietro a tutti. Data la velocità del gruppo e la fatica che fanno le automobili a seguire i corridori mi avvicino all’ammiraglia del mio amico Bruno Reverberi e mi ci attacco per dargli una mano a seguire i corridori con la scusa di un problema al telaio: ovviamente una sciocchezza dopo la bontà delle biciclette Wilier.

Ai meno tre il sogno dei fuggitivi si interrompe. Il gruppo li inghiotte e li supera. Ai meno due vedendomi dietro, Fabio Aru fa finta di bucare e con la scusa che il tempo viene congelato per tutti mi si avvicina per conoscermi dopo essere venuto a conoscenza degli apprezzamenti che ho fatto nei suoi confronti e l’idea del primo giorno di far partire il Giro dal Billionaire. Parliamo molto, è simpatico e intelligente, talmente intelligente che firma subito per la SebastianVettel Pro Cycling. Bravo.

Lo sprint è lanciato. Questa volta la Giant è brava a non perdersi per strada il proprio velocista, in questo caso il ceco Mezgec, e lo lancia a pennello. Sfortuna vuole che Nizzolo parte a cannone alle sue spalle, fa uno sprint incredibile, ma è battuto dal grandissimo Bouhanni che grazie al trucco che gli ho insegnato, ovvero darsi la spinta dalle transenne, lo supera e al fotofinish vince per la seconda volta.

Bouhanni è felicissimo soprattutto perché la biondina che gli consegnerà i fiori e il Prosecco è davvero simpatica e intelligentissima. Nacer sale sul podio ma trova una sorpresa. A premiarlo non è la biondina bensì un orso marsicano portato direttamente dal Parco Nazionale d’Abruzzo per sostituire le modelle. Mi chiama Bobo Vieri. “Dato che non avevo un cavolo da fare sono passato al Giro e mi sono fatto tutte le modelle. Sai com’è sono un vero bomber”.

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