Il Giro è iniziato, Tuft in rosa, cadute e complotti

Tuft maglia rosa Giro 2014

Ieri notte mi ha chiamato Flavio Briatore. Era assai seccato per quello che avevo scritto l’altro giorno. Mi ha detto che il Billionaire non esiste più e che se esiste non è più suo. Gli ho risposto che, data la mia età, non lo potevo sapere, che pensavo fosse una cosa tipo il codice genetico: ti rimane addosso e non si può cambiare. Mi ha risposto che in un certo senso avevo ragione, che è un fattore di stile e che di lui di stile ne ha molto. Non ho ritenuto di andare oltre. Ha aggiunto che un buon modo per incrementare contatti sarebbe quello cambiare il mio nome del mio blog: da Girodiruota in Nathanfalcodiruota, molto più chic. Gli ho risposto che c’avrei pensato: non si sa mai con i ricconi, meglio assecondarli, molti hanno un caratteraccio ed è difficile portare avanti le proprie ragioni.

1708911375Comunque, tralasciando il capitolo Flavio Briatore, questa Irlanda non mi piace per niente. Il motivo è semplice. Perché chiamare Giro d’Italia una corsa che scorrazza per tre giorni in Irlanda? Mah. Mi hanno detto che l’Irlanda ha cacciato sull’unghia un botto di soldi per essere sede di partenza e che per questo il Giro è partito da qui. Tutto bello. Però ciò non toglie che l’Irlanda non mi piace. Se hanno cacciato tanti soldi, ne potevano investire qualcuno in più per chiamare un cuoco italiano. In questi giorni non ho trovato un posto decente per mangiare. Qui bevono tutti e nessuno cucina. Ho fatto le mie rimostranze all’ambasciata; non mi hanno risposto. Ho fatto le rimostranze al Parlamento, ma mi hanno detto di chiamare la sede centrale a Londra. Ho desistito. Troppa confusione nell’Irlanda del Nord. Ho deciso che in sino a quando tornerò in Italia non mangerò. Per fortuna mi sono portato, da buon italiano, un chilo di mortadella e del pane di quello buono, di quello che non diventa un sasso subito. Per il resto berrò caffè (mi sono portato la moka, mica sono fesso) e correrò in bici perché pedalare mi piace e perché in questo modo eviterò di pensare al dolore di pancia.

Dato che non me la sono potuto portare in aereo, in quanto la colletta della redazione non è stata così generosa, ho rubato la bici a Ulissi. Non mi è piaciuto il tono della sua telefonata dell’altro giorno. Alla faccia sua mi sono girato parte dell’isola. Molto bella, molto verde. Praticamente non c’è nient’altro che erba e sassi.

Per prima cosa ho visitato le scogliere di Mohar. Tirava un vento cane, ma è uno spettacolo eccezionale. Bellissime. Quasi. Soffro di vertigini e dopo due secondi a cospetto di tanta bellezza sono svenuto. Faccio fatica a salire in cima ad una scala, figuratevi guardare 214 metri di vuoto sopra l’Oceano. Sono svenuto bene però, un grande mancamento. Ho fatto colpo su di una irlandese un sacco roscia e un sacco carina. Abbiamo parlato. Gli ho raccontato tutta la storia con la mia ex moglie. Alla fine è scappata senza neppure darmi un bacio. Peccato, era proprio molto carina.

Dovrei finire qui il racconto di quanto è successo perché quando ho finito di raccontare alla roscia la mia storia, ovvero dopo circa 12 ore, la corsa era già terminata da due.

fotoE invece no. Perché abbiamo la tecnologia per fingere di aver visto qualcosa a quell’ora anche se a quell’ora stavamo parlando con una bellissima roscia. Internet. Mi chiama Casaleggio. “E vedrai quante altre cose ti farà scoprire la rete”. Butta giù subito. Sono entrato in un sito di streaming per rivedermi la tappa e ho scoperto che ci sono un sacco di donne mature che vogliono conoscermi e che le donne russe sono attratte dagli uomini europei. Non stento a crederci, se tutti gli uomini russi sono come Andreij Kirilienko (cestista) o il buon vecchio Vladimir Ivanov (ciclista) l’occidentale ha gioco facile nella madre Russia. Mi chiama Putin. Mi dice di ritirare quello che ho detto che sennò avrebbe utilizzato il metodo Crimea in Italia, foraggiare gli indipendentisti veneti per fare casino e poi annettersi Bassano del Grappa. Ritiro tutto. Uomini bellissimi, soprattutto lo zar.

Una tizia stupenda ha iniziato a chattare con me. Era deliziosa. Le rispondo. Sul mio schermo compaiono tette come se piovesse. Niente da fare, Casaleggio ha torto. Non abbiamo la tecnologia per farlo. Per fortuna la televisione irlandese non passa altro se non le immagini del Giro. 1071 canali a reti unificate e sottotitolate alla pagina 777 di Televideo. Apprendo così che la prima tappa era una cronometro a squadre. Mi addormento.

 

P.S. La cronosquadre l’ha vinta la Orica GreenEdge a 52.7 km/h di media. Complimenti. Complimenti anche al canadese Svein Tuft, prima maglia rosa. Seconda l’Omega Pharma a 5 secondi, terza la Bmc del mio grande amico Cadel Evans. Grande, grandissimo.

Bene Quintana, male Joaquim Rodriguez che già si trova a inseguire a oltre un minuto e mezzo. Pazzesco invece quello che è successo alla Garmin. Mentre erano lanciati ai 50 all’ora in un rettilineo uno cade e altri tre lo centrano e fanno lo stesso. Da buon giornalista quale sono non credo alla tesi della caduta accidentale e quindi indago. Scopro cose interessanti. Mi chiama Giulietto Chiesa e mi spiega tutto ciò che non avevo capito da me. Praticamente è andata così. Il partito ciclistico contrario alla tirannia dei Roche ha seminato per la strada monete d’oro sapendo della cleptomania di Daniel Martin, nipote di Roche padre. Daniel Martin ne ha visto una da lontano, si è chinato a raccoglierla, ha perso l’equilibrio ed è successo il patatrac. Conte ha già iniziato a gridare al complotto anti juventino in quanto Daniel Martin è noto per essere un grande tifoso bianconero.

Così all’arrivo:

1.  Orica(Australia)                   24:42" 
2.  Omega Pharma - Quick-Step(Belgium) +5"    
3.  BMC Racing(United States)          +7"    
4.  Tinkoff - Saxo(Russia)             +23"   
5.  Team Sky(Britain)                  +35"   
6.  Astana(Kazakhstan)                 +38"   
7.  Cannondale(Italy)                  +53"   
8.  Movistar(Spain)                    +55"   
9.  Giant(Netherlands)                 +56"   
10. AG2R(France)                       +58"

Classifica generale:
1.  Svein Tuft (Canada / Orica)                            24:42" 
2.  Luke Durbridge (Australia / Orica)                     ST     
3.  Pieter Weening (Netherlands / Orica)                          
4.  Cameron Meyer (Australia / Orica)                             
5.  Michael Matthews (Australia / Orica)                          
6.  Ivan Santaromita (Italy / Orica)                              
7.  Pieter Serry (Belgium / Omega Pharma - Quick-Step)     +5"    
8.  Gianluca Brambilla (Italy / Omega Pharma - Quick-Step)        
9.  Rigoberto Uran (Colombia / Omega Pharma - Quick-Step)         
10. Serge Pauwels (Belgium / Omega Pharma - Quick-Step)

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