11a tappa a Rogers, ovvero Miss Italia, l’aglio di Arredondo e le sigle di Paolo Belli

Michael Rogers vince l'11a tappa

Ieri sera io, Poldo e il toro Ugo siamo stati ospiti alle selezioni di Miss Italia. C’erano cento ragazze tutte bellissime. Sfilavano, ballavano e cantavano, poi venivano intervistate da Carlo Conti su come riuscire ad avere una pelle elastica e vellutata nonostante l’esposizione quotidiana ai raggi solari. Tutto molto interessante: la mia preferita, una certa Francesca, pugliese di Alberobello, ha suggerito al conduttore di provare con un frullato di frittata di pasta con le cime di rapa. Sua nonna lo ha fatto per anni e ha avuto una pelle sempre bellissima e ancora adesso la scambiano per sua madre. Carlo Conti annotava tutto in bella calligrafia.

Miss ItaliaAlla quarta ora di discussione su questi argomenti il toro Ugo ha iniziato a dare segni di impazienza. Prima ha iniziato a sbuffare, poi a passeggiare avanti e indietro con impazienza, infine con uno zoccolo ha iniziato ad accarezzare la moquette del teatro. Avviso Poldo dello strano comportamento del toro Ugo, ma il mio amico è già alle prese con un consulto ad una ragazza rossa molto bellina. Essendo lui otorino laringoiatra ispezionava con grande attenzione di particolari la lingua e le tonsille della giovane. Poldo è davvero un bravo medico. Peccato però che la giovane non fosse una paziente altrettanto brava. Appena scoperto che Poldo è il mio autista e consigliere al Giro, invece di un giurato del concorso, gli ha tirato un ceffone e si è alzata sdegnata. Andandosene ha urtato il toro Ugo, i suoi occhiali sono caduti e con sommo sbigottimento di tutti, il toro Ugo è partito andando alla carica di Carlo Conti nonostante la metà delle donne fossero vestite di rosso. Con un incornata ben assestata l’ha fatto volare dritto a Saxa Rubra. Abbiamo scoperto così che Ugo non è spagnolo, ma di Bergamo alta e ce l’ha con gli immigrati in quanto amico di Salvini. Mi chiama il segretario della Lega Nord e mi dice che lui non ha mai conosciuto il toro Ugo e che smentisce ogni rapporto con lui. Il toro Ugo quando gli dico quanto riferitomi da Salvini va su tutte le furie e senza dire niente se ne va. Scopriamo dalla stampa che si è recato a casa del politico e gliela ha distrutta. I due poi sono stati visti in un ristorante di Verona con Tosi e Bossi a parlare e a bere vino bianco.

Al ritrovo di partenza il toro Ugo e Poldo mi raggiungono dopo oltre mezzora di attesa. Poldo è molto arrabbiato per quanto successo la sera prima: non gli è andato giù il comportamento della donna di ieri. Lo capisco e gli dico di svoltare pagina. Lui lo fa immediatamente: è una persona intelligente del resto. Passa per caso una modella del Giro, una di quelle richiamate dall’organizzazione dopo il passaggio di Bobo Vieri alla corsa rosa. Poldo, considerato da molte un bell’uomo, la avvicina e mostrandole il suo pezzo forte, ovvero il balletto alla Fred Astaire, tenta di estorcerle il numero. Due di picche. Ci prova con altre 32 modelle. Sempre lo stesso copione. All’ultima occasione la sua tecnica va in porto: a numero ottenuto ritorna il sorriso sul volto di Poldo.
Lascio la mia bici e mi vado a prendere un caffè: ne bevo solo due al giorno dopo la squalifica. Non la chiudo nemmeno perché Guido Foddis, il mio cantante preferito, e Alan Marangoni, l’anima della SebastianVettel Pro Cycling, mi hanno insegnato un trucco: non pulirla.


La tappa parte. Mi chiama Paolo Belli. E’ molto seccato per quanto successo ieri con Frankie Hi-nrg. Mi dice che il mio comportamento è stato poco rispettoso nei suoi confronti in quanto lui ha fatto tante sigle per il Giro e io non ne ho citato nemmeno una, nonostante abbia vinto numerosi Grammy e Mtv music Award nella sezione “Canzoni da Giro”. Gli rispondo che le sue canzoni sono effettivamente bellissime e che ne metterò sicuramente qualcuna sul sito. Ammetto che stavo proprio fischiettando una delle sue sigle, ma che preferisco quella di Frankie. Lui è molto contento lo stesso. Aggiunge: “mi dispiace della scelta della Rai di non puntare più su di me come creatore di sigle, ma la lobby del rap è forte. Detto questo massima stima a Frankie”. Poi mi fa vedere un tweet nel quale lui e Frankie si sono riavvicinati:

 

Chiudo e torno a pedalare con foga.

Vanno a palla. La fuga parte, poi viene ripresa, poi parte ancora, viene ancora ripresa. Non ci si capisce niente. Di sicuro c’è che si va un botto forte e io sono già al gancio. Data la velocità che il gruppo tiene sulla prima salita, vedo la macchina di Poldo arrancare. Mi ci attacco per spingerla. La Giuria mi ringrazia e mi premia con un ritardo di 1 minuto per traino. Ottimo. Sono ritornato a vestire la maglia nera, anche se solo provvisoriamente.
Alla fine della discesa la fuga parte per davvero. L’assenza di uomini di medio-alta classifica, che prima avevano provato a mescolarsi tra i fuggitivi in modo poco carino, permette a 14 corridori di andarsene: sono Mourey, Moser, Bongiorno, Polanc, Quemeneur, Sicard, Thurau, Monsalve, Moreno, Vorganov, Preidler, Deignan, Roche e Rovny. Bravi. Finalmente sono riusciti ad abbassare il ritmo del gruppo.

Andiamo piano piano per un ottantina di chilometri. Poi Gianni Savio si sveglia (aveva mangiato molto pesante) e, accorgendosi che nessuno dei suoi è davanti, mette la squadra a tirare forte. I poveri uomini dell’Androni sono mandati a fare in culo da tutto il gruppo. Poldo è il primo e a voce più forte degli altri. Mi tocca rispingere la macchina: un altro minuto. Il prussiano si incazza e prende a sberle due dell’organizzazione e si becca tre minuti di squalifica. E’ ancora davanti. Protesto.

ArredondoIl forcing Androni fa svanire il tentativo di fuga sulla salita del Naso di Gatto. Arredondo scatta e prova a vedere se qualcuno lo segue. Nessuno. Tutti sanno che il colombiano molto aglio e quando suda puzza. Accelera, Preidler rimane con lui, ma il solo. Tutti sanno che l’austriaco non sente gli odori. Dal gruppo scatta Zardini della Bardiani. Poi ci provano anche Rolland, Pellizzotti e Losada. Al Gpm il colombiano passa per primo e prende altri punti per la maglia blu che già indossa: è corsa facile, nessuno vuole indossarla, anche perché tutti sanno che a causa della spending review di Cottarelli il Giro non lava le maglie.

Discesa. I fuggitivi tutti ripresi. Parte Michael Rogers della Tinkoff. Il gruppo si guarda e poi fanno: “è vecchio, dove vuoi che vada”. Si fermano tutti a bere un mohjito dato che gira voce che c’è un chiosco dove li fanno bene là vicino”. Non lo riprendono più. Vince Rogers. Però devo ammetterlo: quel mohijto era davvero buono.

 

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